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martedì 1 giugno 2010

L'impronta digitale dell'olio, svelata da un raggio di luce.

Una delle frodi più usuali nel settore oleario è quella di miscelare diversi tipi di olio facendolo passare per extravergine di alta qualità. Per sconfiggere i contraffattori il mondo della ricerca scende ora in campo utilizzando una sorgente laser ‘supercontinuum'. I ricercatori dell'Istituto di fisica applicata ‘Nello Carrara' (Ifac) e dell'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr di Firenze - in collaborazione con il Photonics Team dell'Università fiamminga Vrije Unibersiteit Brussel - hanno sperimentato una metodologia innovativa, basata su una tecnologia a fibre ottiche, in grado di rivelare e quantificare la contraffazione causata da prodotti come l'olio di oliva raffinato, deodorato o di sansa raffinato.
"Uno degli aspetti più affascinanti e innovativi del laser, per sua natura altamente monocromatica", spiega Anna Grazia Mignani dell'Ifac-Cnr, "è la capacità di generare una sorgente di luce di estesa ampiezza spettrale. Un fascio impulsato ad alta velocità (femtosecondi) e di alta intensità, propagandosi in una fibra ottica con opportune caratteristiche non-lineari, può generare la cosiddetta sorgente laser ‘supercontinuum', che può coprire l'intera regione spettrale 400-2500 nanometri, abbracciando le bande del visibile e del vicino-infrarosso". 
Continua su: www.almanacco.cnr.it

Articolo di Rosanna Dassisti, fonte Anna Grazia Mignani , Istituto di fisica applicata "Nello Carrara", Sesto Fiorentino, tel. 055/5226361, email a.g.mignani@ifac.cnr

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