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martedì 29 novembre 2016

Ogni secondo si piantano nel mondo dieci nuovi alberi di olivo ed i consumi di olio di oliva salgono.

Articolo apparso originariamente su Teatro Naturale.

L'amore per l'olivo e l'olio d'oliva non conosce più confini. Il comparto crescerà nei numeri, specie in nuovi areali, tra cui il Sud America e la Cina. La famiglia degli oli d'oliva rappresenta solo l'1,7% del consumo globale di grassi, con un consumo pro-capite annuo di soli 420 grammi.
L'olivo, pianta dalla forte “personalità”, è allevata dall'uomo da circa seimila anni ed oggi coinvolge circa il 90% dei Paesi che circondano il bacino del mar Mediterraneo, area in cui vi sono condizioni climatiche particolarmente favorevoli, con inverni miti ed estati calde e asciutte, che hanno consentito all'olivo di ambientarsi e svilupparsi al meglio.
Lentamente, ma inesorabilmente, l'olivicoltura nel mondo si espande, al punto che solo negli ultimi 19 mesi, ben otto nuovi paesi hanno cominciato ad investire nel settore (Uzbekistán, Azerbaijan, El Salvador, Etiopia, Kuwait, Macedonia, Bulgaria e Yemen) portando il numero totale di paesi produttori a 56.
Così ogni anno, si aggiungono 154.000 nuovi ettari di olivetati, che corrispondono a dieci nuovi alberi di olivo al secondo, che portano la superficie mondiale investita ad olivo a superare i 10 milioni di ettari.
Gli stati europei con le maggiori superfici investite ad olivo sono: la Spagna, l'Italia, la Grecia ed il Portogallo. Seguono la Francia, i paesi dei Balcani e Malta.
La Turchia, i paesi della costa africana che si affaccia sul Mediterraneo (Tunisia, Marocco, Libia ed Algeria), e quelli più ad Est (Siria, Cipro, Israele, Palestina, Libano e Giordania), completano questa lunga lista mediterranea.
Altre limitate coltivazioni si trovano oltre oceano lungo le calde coste degli Stati Uniti, nell'America Meridionale (Argentina, Cile, Brasile ed Uruguay su tutte), Australia, Sud Africa, e da qualche anno, anche la Cina.
Ed il futuro?
Uno studio internazionale, promosso da GEA, rivela come siano già 56 i paesi produttori di olio d'oliva e prevede che il settore cresca inesorabilmente nel corso dei prossimi quattro anni.
Allo stato attuale, si produce nel mondo una media di 3,1 milioni di tonnellate di olio di oliva, con una crescita annua del 3,1% (13% negli ultimi quattro anni), che consente di prevedere di raggiungere, nel 2020, i 4,1 milioni di tonnellate.
Ma l’olio da olive piace sempre più. Infatti, vi è una crescita dei consumi, negli ultimi quattro anni, pari al 13,4%, e si stima che questi cresceranno fino a 2,9 milioni di tonnellate di olio di oliva, grazie anche all’ingresso di dieci nuovi paesi consumatori, che portano il numero totale dei paesi “innamorati” dell’olio da olive a quota 174.
E seppur l’olio d'oliva rappresenta solo l'1,7% del consumo globale di grassi, con un consumo pro-capite annuo di soli 420 grammi, il potenziale di crescita è alto.
Infatti, poiché la maggior parte del consumo è fortemente sostenuto dai paesi produttori (83% della popolazione mondiale), che hanno un consumo medio annuo di circa 10 chilogrammi di olio di oliva per persona (con punte nell’isola greca di Creta che sfiorano i 32 kg), non è forse questo un motivo molto forte ed il fattore chiave per auspicare l’aumento dei territori olivetati?
di Antonio G. Lauro

pubblicato il 25 novembre 2016 in Teatro Naturale > Strettamente Tecnico > L'arca olearia

English Version.
The love for the olive and olive oil knows no boundaries. 
The fund will grow in numbers, especially in new distribution areas, including South America and China. The family of olive oil only accounts for 1.7% of global consumption of fat, with a per capita annual consumption of only 420 grams
And the future?
An international study, sponsored by GEA, reveals how they are already 56 countries producing olive oil and expects the sector to grow inexorably over the next four years.
At present, it produces the world an average of 3.1 million tons of olive oil, with an annual growth of 3.1% (13% in the last four years), which allows you to seek to achieve, in 2020, the 4.1 million tons.
But the oil from olives like more and more. In fact, there is an increase in consumption over the last four years, amounting to 13.4%, and it is estimated that they will grow up to 2.9 million tons of olive oil, thanks all'ingressi ten new consumer countries , bringing the total number of oil "in love" at an altitude of 174 countries from olives.
And although the olive oil represents only 1.7% of the global consumption of fat, with a per capita annual consumption of only 420 grams, the growth potential is high.
In fact, since most of the consumption it is strongly supported by the producers (83% countries of the world population), who have an average annual consumption of about 10 kilograms of olive oil per person (with peaks in the Greek island of Crete that reach 32 kg), is not this a very strong reason and the key to hope for the increase of the olive territories?

Fonte: GEA / DEPT. INFOGRAFICA

mercoledì 3 aprile 2013

Olio d’Oliva Italiano: Next Stop ASIA.

La gelata dei consumi che ha colpito l’Italia nel 2012, e che coinvolgerà gran parte dell’Europa nel 2013, sembra oramai aver definitivamente orientato il settore olivicolo italiano alla ricerca di nuovi consumatori, in un’ottica capace di mixare qualità e sostenibilità (anche dei costi).
I dati sulle esportazioni e sulle importazioni di olio d’oliva extravergine italiano nel 2012 evidenziano abbastanza nitidamente l’esistenza di un’ottica duale sul mercato olivicolo.
Da una parte, la contrazione dei redditi in Italia ha favorito sul mercato domestico l’ingresso di olio forse qualitativamente poco “attraente” ma dal costo indiscutibilmente molto competitivo: complessivamente i produttori dell’Africa Settentrionale hanno incrementato del 51% le loro vendite in Italia. Dall’altra, i produttori italiani sembrano aver definitivamente compreso la necessità di ricercare i consumatori dai gusti più “raffinati” o dalle maggiori possibilità economiche, non più solo nei ricchi mercati europei (Germania + 7%) e Nord Americani (+6% negli USA) ma soprattutto nei mercati lontani ed un tempo sconosciuti, oggi noti ai più come mercati emergenti.
Fonte: Osservatorio Internazionale Olivicoltura Biologica

giovedì 16 giugno 2011

OLIO: Made in Italy, gennaio-marzo 2011, + 25% export extra vergine su 2010.

Roma - Export in grande spolvero nel settore dell'olio di oliva made in Italy. Secondo i principali osservatori economici si registra nei primi mesi dell'anno un incremento del 25% in quantità e valore delle esportazioni di oli di qualità, che per il 35% sono rappresentate dalla categoria degli oli extra vergini di oliva. 
I 2/3 del fatturato delle nostre imprese di confezionamento è rappresentato dalle esportazioni. L'incremento del consumo mondiale compensa ampiamente le modeste riduzioni del consumo di olio di oliva all'interno del nostro Paese.
“Il consumatore mondiale apprezza il prodotto di sicura origine italiana di qualità”. Lo dichiara il direttore generale di Unaprol Ranieri Filo della Torre, alla tavola rotonda sul monitoraggio degli oli d’oliva e di sansa di Assitol, e aggiunge che “questo è il risultato delle nuove disposizioni comunitarie su origine e qualità e di rigorosi controlli sull'intero territorio nazionale”.
Unaprol ha scommesso su questa segmentazione verso l'alto dei consumi dell'extra vergine di qualità di origine italiana a livello mondiale costituendo la società consortile I.O.O.% qualità italiana, depositando un disciplinare per la produzione dell'extra vergine di alta qualità. “Il nostro consorzio - ha aggiunto Filo della Torre ha partecipato e vinto i bandi dell’informazione e promozione previsti dal Reg. CE 501, ha sottoscritto l'intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico e ICE per l'internazionalizzazione dell'olio extra vergine made in Italy; e ora – ha riferito - si appresta a creare società di trade per dare maggiore reddito alle imprese, più garanzie e opportunità alle scelte del consumatore. Unaprol – ha concluso Filo della Torre è disposta a condividere questo percorso con chi accetta le regole di un mercato trasparente, ponendo la qualità e l'etica come valori irrinunciabili per un progetto di impresa sul Made in Italy”.
Dr Antonio G. Lauro

Fonte: Elaion per Unaprol Consorzio Olivicolo Italiano - Roma
unaprolpress@unaprol.it - michele.bungaro@unaprol.it - michele.bungaro@fastwebnet.it