Translate

Visualizzazione post con etichetta produzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta produzione. Mostra tutti i post

giovedì 26 settembre 2013

Olio di oliva: è il Portogallo il quinto produttore mondiale.

E' il Portogallo, con le sue 68.600 tonnellate di olio oliva prodotte nella campagna 2012/2013  a conquistare saldamente il quinto posto tra i produttori mondiali di olio di oliva.
La produzione, pari al 3% del totale dei quattro maggiori produttori europei, ha sviluppato un fatturato (anno 2012) pari a circa 400 milioni di euro, con le esportazioni che hanno rappresentato poco più della metà del totale, con un incremento del 25% rispetto al 2011.
La destinazione principale dell'olio di oliva portoghese continua ad essere il Brasile, cui si affianca l'Angola, che si posiziona come secondo mercato più grande nella classifica delle esportazioni nazionali.
Cinque sono le principali regioni olivicole portoghesi: Tras-os-Montes, Beira Litoral, Beira Interior, Riatejo e Oeste e Alentejo che concorrono alla produzione di quasi 70.000 tonnellate di olio di oliva. Nel 2010, Alentejo ha prodotto il 51% dell'olio d'oliva del Portogallo, mentre la regione di Tras-os-Montes il 27%.
Dei circa 350.000 ettari investiti ad olivo, quasi tutti delle cultivar autoctone quali Carrasquenha, Cobrançosa, Cordovil de Castelo Branco, Cordovil de Serpa, Galega Vulgar, Maçanilha Algarvia e Redondal. Gli oli extravergine di oliva di queste varietà stanno sempre più affermandosi nell'Olimpo delle eccellenze mondiali, visto il continuo crescendo di affermazioni nei vari concorsi internazionali sull'olio extravergine di qualità.
Antonio G. Lauro
Fonte: COI; stime Eurostat

venerdì 1 marzo 2013

Dove va il mercato dell'extravergine in Italia?


Olio Capitale e SWG fotografano il mercato dell'extravergine d'oliva.
E’ pugliese l’olio più desiderato dagli italiani. Tutti i dati presentati domani 2 marzo ad Olio Capitale - Trieste.
Per la prima volta Olio Capitale analizza con SWG le tendenze d’acquisto e le tipologie di consumo del mercato italiano dell’olio extravergine d’oliva. Tutti i risultati dell’indagine saranno presentati domani nell’ambito del convegno “L’analisi di mercato Swg per Olio Capitale. Consumi e tendenze d’acquisto dell’olio extra vergine. Occhio alle contraffazioni”.
Lo studio, condotto con metodo CAWI, ovvero tramite questionario on-line, nella settimana dal 4 all’11 febbraio 2013, ha coinvolto 1.500 famiglie con l’obiettivo di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato, gli orientamenti dei consumatori, le strategie necessarie ad arrivare prima e meglio sulle tavole e nelle cucine degli Italiani.
All’interno del campione complessivo sono stati analizzati i comportamenti e gli orientamenti dei responsabili degli acquisti famigliari, delle persone deputate alla preparazione dei pasti in famiglia, dei consumatori, dei cultori dell’olio extravergine di oliva.
Si scopre così che è la regionalità la caratteristica maggiormente ricercata dagli italiani in un olio, seguita dalle certificazioni di qualità e dalla garanzia di produzione biologica. Nel 50% dei casi gli intervistati hanno infatti indicato di cercare un olio prodotto in una particolare regione italiana, nel 40% un olio certificato dop-igp e nel 35% un olio biologico.
Quali dunque le provenienze più ambite? Spicca su tutte l’olio pugliese (22%), seguito dal toscano (16%) e dal ligure e siculo (entrambi 8%). Buona la posizione della Calabria (quarta - medaglia di legno), con il 5% delle preferenze. Nell’ideale podio degli oli più amati si ritrova pertanto l’intera Italia olivicola, con al primo posto la grande produzione meridionale, seguita da quella di dimensioni certamente più contenute del Centro e Nord Italia.
L’analisi di mercato si è soffermata anche su tendenze e tipologie di consumo: è ancora contenuta la percentuale di italiani che utilizzano abitualmente a seconda delle preparazioni in cucina più di un tipo d’olio d’oliva o extra vergine d’oliva: nel 55% dei casi viene utilizzato un unico olio per tutti i consumi e gli usi, il 36% ne usa due, uno per il condimento a crudo e in cottura, ed è del 10% la virtuosa percentuale di italiana che ne usa diversi tipi a seconda degli usi e degli abbinamenti in cucina. Un quadro da cui si può dedurre che l’uso d’olio d’oliva o extravergine d’oliva sia diffuso e consolidato nelle famiglie italiane anche se non è altrettanta consolidata la conoscenza delle sue caratteristiche e proprietà: è vero che un buon extravergine esalta il piatto, ma non tutti gli extravergini sono uguali, alcuni si adattano meglio ad alcune preparazioni e altri ad altre.
Ecco, nel dettaglio, le percentuali delle risposte del campione ad alcune delle domande poste da SWG.
In particolare lei sarebbe interessato ad acquistare:
olio prodotto in una particolare regione d'Italia 50%
olio certificato dop-igp 40%
olio biologico 35%
olio dei consorzi di produttori 30%
olio aromatizzato 10%
non sa/preferisce non rispondere 11%
(somma delle risposte consentite)
Base rispondenti: campione complessivo, 1500

Di quale regione in particolare?
Puglia 22%
Toscana 16%
Liguria 8%
Sicilia 8%
Calabria 5%
Campania 3%
Umbria 3%
Lazio 2%
Sardegna 2%
Marche 1%
altro 30%
Base rispondenti: sono interessati a comprare olio di una determinata regione italiana, 752

E nella sua famiglia quanti tipi di olio di oliva/extra vergine d'oliva si usano solitamente:
uno solo per tutti gli usi e i consumi 55%
due diversi tipi, uno da usare in cottura uno da usare crudo 36%
diversi tipi a seconda dei diversi usi e abbinamenti in cucina 10%
preferisce non rispondere 0%
Base rispondenti: consumatori di olio, 1498

Fonte. Aries - Ufficio Stampa e Comunicazione - modif.